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Pensione anticipata 2019 ultime notizie: che cosa cambia? Chi può richiederla? - BlogFinanza.com

Pensione anticipata 2019 ultime notizie: che cosa cambia? Chi può richiederla?

In questi giorni tanto ne abbiamo sentito parlare e tanto ancora ne sentiremo. Si parla di:

  1. Pensione anticipata ordinaria;
  2. Quota 100;
  3. Quota 41;
  4. Pensione a 64 anni;
  5. Precoci;
  6. Lavori usuranti e notturni;
  7. Ape;
  8. Opzione Donna.

Ma quali sono i requisiti necessari per andare in pensione nel 2019? Di seguito analizzeremo tutti questi aspetti.

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Ultime notizie sulla Pensione anticipata 2019 

Pensione Anticipata 2019: requisiti

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Pensione Anticipata 2019: requisiti

Secondo quanto prescritto dalla legge, aumentano di 5 mesi nel 2019 i requisiti per accedere alla pensione anticipata. Questo non varia sia che si tratti di pensione ordinaria sia che si tratti di pensione agevolata.

Dal 1° gennaio 2019 tutti i cittadini che lo ritengono e che hanno i requisiti richiesti possono uscire dal mercato del lavoro e lasciare spazio a nuove reclute.

Per uscire dal lavoro però si devono possedere i seguenti requisiti:

  1. 43 anni e 3 mesi di contributi per gli uomini;
  2. 42 anni e 3 mesi di contributi per le donne.

In alternativa è possibile andare in pensione con 64 anni di età e 20 anni di contributi.

Ancora, in alternativa a queste proposte è possibile andare in pensione con 41 anni e 5 mesi di contributi nel caso in cui trattasi di lavoratori precoci.

E’ possibile usufruire della pensione anticipata, anche col cumulo gratuito dei contributi accreditati in gestioni previdenziali diverse.

Pensione anticipata 2019: nuove agevolazioni

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  • Quota 100

Sono state introdotte nella manovra di Bilancio 2019 delle nuove agevolazioni. Dal 2019 è prevista l’introduzione della nuova pensione anticipata quota 100 che prevede un minimo di 62 anni di età.

  • Quota 41

In merito alla pensione anticipata quota 41, invece, potrà essere raggiunta con 41 anni e 5 mesi di contributi. Questa deve essere estesa anche ai lavoratori non precoci e diventare dunque pensione quota 41 e 6 mesi.

  • Opzione donna

Nel 2019 viene prorogata anche l’opzione Donna e viene introdotta una nuova salvaguardia, la nona.

  • Ape volontario

Per tutto il 2019 è possibile anche richiedere l’Ape volontario.

  • Pensione di anzianità 2019

Infine, restano invariati i requisiti per la pensione di anzianità legata ai lavoratori precoci.

  • Ape sociale

Non è dato sapere invece se sarà prorogato o meno l’Ape sociale.

  • Pensione di cittadinanza

Considerata una novità del presente governo, la pensione di cittadinanza da 780 euro al mese è al momento ancora in attesa di approvazione. Questa dovrebbe essere considerata come reddito di cittadinanza vero e proprio.

Tutti questi punti appena enunciati li amplieremo nel corso di questa guida.

Pensione anticipata ordinaria 2019

Dal 2019 i cittadini che vorranno andare in pensione, lo potranno fare usufruendo della pensione anticipata. Possono andare in pensione, tutti i cittadini che, tra tutte le gestioni previdenziali alle quali è o è stato iscritto, ha totalizzato contributi pari a:

  1. 43 anni e 3 mesi, se uomo;
  2. 42 anni e 3 mesi, se donna.

Questi requisiti prevedono un aumento graduale di 3 mesi per biennio, tranne che non vengano riscontrati incrementi della speranza di vita in misura differente a quelli oggi previsti. Solo nel caso in cui si riscontri un calo della speranza di vita, il requisito non dovrebbe subire aumenti.

La pensione anticipata ordinaria, come nella maggior parte dei casi quando si parla di trattamenti pensionistici, viene calcolata sulla base del seguente sistema:

  • Retributivo sino al 31 dicembre 2011, poi contributivo. Questo vale per coloro che possiedono almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
  • Retributivo sino al 31 dicembre 1995, poi contributivo. Valido per coloro che possiedono meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
  • Interamente contributivo, per chi non possiede contributi al 31 dicembre 1995.

Per questa categoria non sono previste penalizzazioni.

Pensione anticipata Quota 100

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Definita come pensione anticipata, la quota 100 dovrebbe essere introdotta a partire dall’anno prossimo e prevede la possibilità di uscire dal lavoro al raggiungimento di tale quota.

In pratica si deve sommare l’età anagrafica e gli anni di contribuzione. Se la somma è pari a 100, si potrà andare in pensione.

Novità

Possono andare in pensione con quota 100 anche i soggetti che, pur non raggiungendo la somma di quota 100, possiedono il requisito di età minimo pari a 62 anni. Di recente il ministro Salvini ha affermato quota 100 sarà operativa nel più breve tempo possibile e avrà, come unico limite, un’età minima pari a 62 anni. Entro il 2021, sarà abolito anche il limite di età.

Al momento al vaglio vi è anche una seconda proposta, la quale prevede un requisito di età pari a 64 anni e di contribuzione pari a 36 anni.

Pensione anticipata Quota 100 selettiva

Considerata come una proposta diversa dalle precedenti, la cosiddetta quota 100 selettiva, è una particolare tipologia di pensionamento. Questa è dedicata solo e soltanto a specifiche categorie di lavoratori: gli esuberi. Per questi sono però aboliti i limiti legati all’età e alla contribuzione minima.

Pensione anticipata quota 100: come si calcola?

In merito al calcolo della pensione presa in esame si deve considerare il ricalcolo contributivo secondo quanto previsto dalle più recenti proposte. Questo vale per le annualità che partono dal 1996.

A ben vedere non si tratta di un calcolo contributivo dell’intero trattamento, ma solo della parte inerenti le quote di pensione dal 1° gennaio 1996 in poi. Anche in questo caso si tratta di una novità ma che non prevede nessun cambiamento per quei contribuenti che hanno diritto al calcolo misto della pensione secondo quanto stabilito in precedenza.

Questo ricalcolo potrebbe portare delle penalizzazioni tutt’altro che irrilevanti per i soggetti che possiedono almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 ed hanno diritto al calcolo retributivo della prestazione sino al 31 dicembre 2011.

Nella maggior parte dei casi, infatti, il calcolo contributivo della pensione risulta penalizzante, rispetto al calcolo retributivo. Mentre il calcolo retributivo si basa sugli ultimi redditi e sui redditi migliori, il calcolo contributivo si basa solo e soltanto sui contributi effettivamente accreditati nell’arco della vita lavorativa. Nel calcolo retributivo sono presi in considerazione gli stipendi. Questi sono poi rivalutati con appositi coefficienti.

Per il calcolo contributivo si prendono in considerazione i soli contributi i quali sono poi rivalutati secondo l’andamento del PIL italiano.

Ci sono dei casi al momento in cui conviene maggiormente adoperare il calcolo contributivo, rispetto al retributivo. Ad esempio questo avviene quando la gestione Inps (presso cui è iscritto il lavoratore) prende in esame non i redditi migliori, ma solo gli ultimi anni di reddito o retribuzione. In questo caso la media delle ultime retribuzioni crolla al termine della vita lavorativa.

Novità

Di recente vi è una proposta che prevede il ricalcolo contributivo integrale per la quota 100.

Pensione anticipata lavoratori precoci 2019

I lavoratori precoci, ovvero tutti i lavoratori che possiedono almeno 12 mesi di contributi versati prima del 19° anno di età, possono presentare domanda al fine di ottenere la pensione anticipata con 41 anni e 5 mesi di contributi. Questi però devono appartenere ad una delle categorie salvaguardate, ovvero:

  1. Disoccupati;
  2. Invalidi in misura almeno pari al 74%;
  3. Caregiver (coloro che assistono, da almeno 6 mesi, un familiare entro il 2° grado convivente, con handicap grave);
  4. Addetti ai lavori gravosi.

Per ciascuna di queste categorie sono poi previsti dei requisiti specifici utili all’ottenimento della pensione anticipata.

Tutti i soggetti che al 31 Dicembre di quest’anno raggiungono i requisiti richiesti, possono presentare domanda entro il 1° marzo 2019.

Sono anche considerate con riserva tutte le domande che vengono inoltrate oltre tale data e sempre entro il 30 novembre 2019. Tutti coloro che invece perfezionano i requisiti entro il 31 dicembre 2019, possono inoltrare domanda fino al 1° marzo 2020. Sono valide (con riserva) anche le domande inoltrate oltre tale data ma entro il 30 novembre 2020.

Pensione anticipata: Quota 41 e 6 mesi

Viene offerta anche la possibilità di inoltrare di pensionamento con 41 anni e 5 mesi di contributi. Sulla base delle attuali proposte, quest’opzione, dovrebbe essere estesa alla generalità dei lavoratori, innalzando il requisito a 41 anni e 6 mesi. Al momento non sono previsti limiti di età per accedere alla pensione con quota 41 e 6 mesi.

Novità

L’intervento potrebbe non essere applicabile dal 2019. Con molta certezza, invece, potrebbe partire dal 2020.

Pensione anticipata a 64 anni (contributiva)

Chi può andare in pensione a 64 anni? Tutti i soggetti che hanno determinati requisiti; ovvero coloro che hanno diritto al calcolo interamente contributivo della pensione. Questi a partire dal 2019 possono richiedere la pensione anticipata a 64 anni di età.

Si tratta della cosiddetta pensione anticipata contributiva, che potrà essere ottenuta nel 2019 solo e soltanto se si possiedono i seguenti requisiti:

  1. Minimo 64 anni di età;
  2. Minimo 20 anni di contributi;
  3. Un assegno di pensione pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale, ovvero 1268,40 euro mensili.

Questo valore è valido per l’anno 2018. Non è invece dato sapere se nel 2019 l’assegno sociale, attualmente pari a 453 euro, sarà incrementato o meno.

Chi sono i soggetti che hanno diritto alla pensione anticipata?

Possono richiedere la pensione anticipata tutti i lavoratori che hanno diritto al calcolo integralmente contributivo della pensione. Questi possono richiedere la pensione anticipata contributiva.

Al momento le categorie designate all’ottenimento di tale prestazione sono:

  1. Soggetti che non possiedono contributi accreditati alla data del 31 dicembre 1995;
  2. Soggetti che pur possedendo contributi accreditati alla data del 31 dicembre 1995, hanno scelto per il computo dei contributi all’interno della gestione separata dell’Inps.

Proroga opzione Donna 2019

Nel 2019, con molta probabilità verrà prorogata l’opzione donna. Si tratta di una speciale pensione agevolata che è dedicata solo e soltanto alle lavoratrici. Queste possono anticipare notevolmente l’uscita dal lavoro in cambio del ricalcolo contributivo della prestazione.

Al momento, possono accedere alla pensione e usufruire dell’opzione Donna tutte le lavoratrici che rispettano determinati requisiti di età:

Lavoratrici dipendenti

Questa categoria prevede il raggiungimento di:

  • 57 anni e 7 mesi di età entro il 31 luglio 2016.
  • 35 anni di contributi al 31 dicembre 2015;

Dalla data di maturazione dell’ultimo requisito, fino alla liquidazione della pensione, è prevista l’attesa di un periodo (finestra) pari a 12 mesi.

Lavoratrici autonome

In questa categoria rientrano le lavoratrici che hanno raggiunto i seguenti requisiti:

  • 58 anni e 7 mesi di età entro il 31 luglio 2016;
  • 35 anni di contributi al 31 dicembre 2015.

Anche in questo caso, dalla data di maturazione dell’ultimo requisito, fino alla liquidazione della pensione è prevista la cosiddetta finestra (pari a 18 mesi).

Tutte le lavoratrici che possiedono i seguenti requisiti, possono usufruire dell’opzione donna.

Grazie alla proroga dell’opzione donna, si cerca di rendere strutturale il trattamento rendendo possibile l’ottenimento della pensione per tutte le lavoratrici con un minimo di 57 anni e 7 mesi (o 58 anni e 7 mesi) di età.

Anche in questo caso si parla di adeguamento all’aspettativa di vita e si devono possedere i 35 anni di contributi.

Novità

Si parla anche di un’altra possibile proposta, quella di spostare l’età e di elevarla a 63 anni al fine di accedere all’opzione donna. Se passa questa linea saranno previste anche meno penalizzazioni in merito al calcolo della pensione.

Pensione 2019: Nona salvaguardia

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Pensione 2019 INPS – Nona salvaguardia

Tra i vari interventi su descritti e tra quelli che in seguito ancora analizzeremo, vi è anche la nona salvaguardia. Questa prestazione è stata prorogata anche per il 2019 con l’intento di limitare le conseguenze negative della Legge Fornero.

Nello specifico è previsto che si debba attuare la nona salvaguardia al fine di consentire la pensione con le vecchie regole, ovvero mandare in pensione i lavoratori che hanno determinati requisiti e che possono far valere le regole precedenti all’entrata in vigore della Legge Fornero.

Chi sono i soggetti rientranti nella nona salvaguardia?

La nona salvaguarda dovrebbe tutelare sempre le stesse categorie di lavoratori:

  1. Lavoratori in mobilità;
  2. Soggetti autorizzati al versamento dei contributi volontari;
  3. Lavoratori cessati dal servizio;
  4. Soggetti in congedo per assistere figli disabili;
  5. Lavoratori a termine.

Ape volontario 2019

Il 2019 è l’anno in cui è anche possibile richiedere l’Ape volontario. Come ben sappiamo si tratta dell’anticipo pensionistico, il quale consente l’uscita dal mercato del lavoro con 3 anni e 7 mesi di anticipo rispetto alla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

L’Ape volontario viene erogato grazie ad un prestito bancario, definito come prestito pensionistico. Il prestito pensionistico, altro non è, se non un finanziamento che deve essere restituito in 20 anni e dopo aver perfezionato i requisiti per accedere alla pensione.

Caratteristiche dell’Ape Volontario

Il trattamento è esente da tassazione e quindi l’assegno ricevuto mensilmente a titolo di Ape non ha trattenute tributarie. Questo vuol dire che non è gravato da imposte. Si tenga presente anche che l’Ape volontario, al contrario dell’Ape sociale (quest’ultimo a carico dello Stato), non è uguale alla futura pensione che prevede un tetto massimo di 1500 euro. Esso è inferiore al 100% dell’importo mensile del trattamento pensionistico:

  • 75% nel caso in cui la durata di erogazione dell’Ape è superiore a 36 mesi;
  • 80% se la durata di erogazione dell’Ape è superiore a 24 e pari o inferiore a 36 mesi;
  • 85% nel caso in cui la durata di erogazione dell’Ape è compresa tra 12 e 24 mesi;
  • 90% solo se la durata di erogazione dell’APE è inferiore a 12 mesi.

L’Ape volontario per come è strutturato prevede un taglio della futura pensione. Questa penalizzazione non è soltanto dovuta ai costi di restituzione di prestito pensionistico, ma anche all’assicurazione obbligatoria legata al rischio di premorienza e al contributo per il fondo di garanzia.

Proroga Ape sociale 2019

Non si sa nulla ancora in merito alla possibilità di prorogare l’Ape sociale per il 2019. Questo ricordiamo è l’anticipo pensionistico a carico dello Stato. L’ultima possibilità per l’invio di questa domanda era fissata al 15 luglio 2018. Possono essere inoltrate ancora le domande (con riserva) sino al 30 novembre 2018.

Pensione per gli addetti ai lavori usuranti e notturni

In merito ai lavori usuranti, ricordiamo che, i requisiti restano invariati per il 2019. Al fine di accedere alla pensione agevolata si devono ricoprire determinati lavori. Possono usufruire di questa agevolazione, tutti i soggetti che svolgono lavori usuranti o con turni notturni.

I requisiti per accedere a questo trattamento sono:

  1. Minimo di 35 anni di contributi;
  2. 61 anni e 7 mesi di età.

Al fine di ottenere la pensione di anzianità si deve necessariamente possedere o maturare tali requisiti entro il 31 dicembre 2026. Per queste categorie non si applicano gli adeguamenti alla speranza di vita. Nello specifico abbiamo:

  • Quota pari a 97,6, con:
    • Almeno 61 anni e 7 mesi d’età;
    • Almeno 35 anni di contributi.

Dalla maturazione dei requisiti fino alla liquidazione della pensione non è più necessario attendere la cosiddetta finestra (12 mesi per i dipendenti e a 18 mesi per gli autonomi) in quanto è stata abolita dalla Legge di bilancio 2017.

Nel caso in cui il soggetto richiedente possiede anche contributi da lavoro autonomo, i requisiti richiesti sono aumentati di un anno.

Hanno diritto alla pensione d’anzianità anche tutti i lavoratori adibiti a turni notturni. In questa categoria però si deve tenere presente che le quote sono differenti in base al numero di notti lavorate nell’anno.

Pensione di cittadinanza 2019

Pensione 2019

Una novità dell’anno prossimo è il reddito di cittadinanza, considerato come un sussidio a favore di tutti coloro che si trovano sotto la soglia di povertà.

Al momento l’intervento prevede due differenti fasi:

Prima fase

Dal 2019 tutte le pensioni basse verranno trasformate in pensione di cittadinanza e aumenteranno a 780 euro al mese.

Seconda fase

Successivamente, tutti i cittadini senza redditi o con redditi sotto la soglia di povertà avranno diritto al reddito di cittadinanza da 780 euro al mese.

Queste due fasi non sono tali perché non vi sono risorse ma per consentire ai centri per l’impiego di essere riformati. Il processo prevede un periodo di tempo pari a 4 mesi.

La pensione di cittadinanza dovrebbe sostituire l’integrazione al trattamento minimo e le maggiorazioni sulla pensione, come quella sociale e l’incremento al milione.

La misura dovrebbe essere applicata sia per le prestazioni previdenziali (pensione di vecchiaia e anticipata), che alle prestazioni di assistenza come l’assegno sociale.

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Sull'autore

Tommaso Piccinni

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