In questa guida ci occuperemo dell’approfondimento inerente alla pensione gestione separata, con un occhio particolare al calcolo dei contributi versati, alla procedura di cancellazione e come fare per richiedere il rimborso con il modello di domanda presentato all’INPS.
Chiariamo subito che nel solo 2016, i lavoratori iscritti alla gestione separata sono stato oltre le aspettative e questi, in base alle attuali norme sulla pensione, possono accedere alla pensione di vecchiaia a 66 anni e 7 mesi di età mentre le lavoratrici possono accedere alla pensione a 66 anni e 1 mese di età.
Pensione gestione separata 2017
Per chi non lo sapesse, la Gestione Separata Inps è un particolare fondo previdenziale introdotto con la Legge 335 del 1995 al fine di tutelare una serie di categorie di lavoratori. Questi, fino a quel giorno non erano menzionati. In questa sezione, rientrano tutti i soggetti che non rientrano nelle altre forme particolari, in quanto privi di requisiti.
Notate bene che appartengono alla gestione separata anche i soggetti non soggetti a contribuzione verso una specifica Cassa o Fondo di previdenza sociale, e che quindi rimarrebbero escluse dalle garanzie di pensionamento, come anche di TFR o di riconoscimento legale e protezione previdenziale.
La gestione Separata è quindi il fondo pensionistico, nella quale trovano accoglimento quasi un milione di posizioni attive, compresi anche 350.000 professionisti con partita Iva.
Ecco quindi che è importante capire cos’è la gestione separata. di seguito, adesso analizziamo tutti i requisiti che i soggetti devono possedere al fine di conseguire le prestazioni pensionistiche e previdenziali.
Soggetti tenuti all’iscrizione presso la Gestione Separata
- lavoratori autonomi;
- lavoratori parasubordinati;
- collaboratori a progetto;
- titolari di contratto co.co.co.;
- professionisti senza ordini;
- professionisti che non hanno una casse;
- professionisti che svolgono attività che non sono iscrivibili in altre gestioni.
In pratica, sono tenuti all’iscrizione alla gestione separata tutte queste categorie di lavoratori, i quali esercitano per professione abituale, non esclusiva, attività di lavoro autonomo e che per la quale non via sia obbligo di iscrizione ad un determinato albo professionale.
Notate bene che sono soggetti all’iscrizione presso la gestione separata anche i soggetti che svolgono attività per le quali è prevista l’iscrizione in un albo professionale, ma che non sono tenuti al pagamento dei contributi presso la Cassa previdenziale secondo quanto stabilito dagli accordi dei rispettivi statuti. Un esempio concreto di questi soggetti sono gli ingegneri, i quali possono esercitare la propria attività lavorative anche al di fuori di quelle soggette a contribuzione presso la Cassa Ingegneri.
Infine,devono essere iscritti presso la gestione separata anche i seguenti soggetti:
- incaricati delle vendite a domicilio;
- spedizionieri doganali;
- studenti;
- dottorandi titolari di borse di studio e assegni di ricerca o altri compensi erogati dalle Università e/o da scuole di specializzazioni (come i medici in formazione specialistica);
- volontari del servizio civile nazionale;
- amministratori locali.
Gestione Separata: prestazioni previdenziali erogate per il 2017
Tutti color che sono iscritti alla gestione separata possono vedersi riconosciuti li stessi diritti di tutti coloro che invece versano i contributi presso fondi previdenziali obbligatori.
In quest’ottica, tutti i soggetti iscritti alla gestione separata possono aver diritto:
- pensione di vecchiaia;
- pensione anticipata;
- ‘assegno ordinario di invalidità;
- pensione di inabilità;
- pensioni di reversibilità;
- pensione supplementare;
- supplemento di pensione.
Pensione gestione separata: requisiti 2017
Non vi sono particolari requisiti, per essere iscritti alla gestione separata. Nella maggior parte dei casi, sono uguali a quelli previsti per i lavoratori autonomie diramati dall’INPS in base a quanto disposto dalla Circolare Inps 35/2012.
La Gestione Separata INPS prevede un piano pensione a contributi definiti. Questo lascia intendere che i lavoratori iscritti possono ricevere una rendita vitalizia reversibile pari al 60% della somma, rivalutata da loro stessi versata nel corso degli anni di attività.
Uno dei requisti principali per andare in pensione con la gestione separata è quella di possedere un periodo minimi di anni contributivi pari a 20 anni e un importo mensile pari almeno a 1,5 volte l’assegno sociale.
Notate bene invece che nel caso non si sono versati un minimo di 20 anni, questi maturano il diritto alla pensione solo all’età di 70 anni, con un requisito minimo contributivo pari a 5 anni.
Accumulo contributi – conversione – erogazione – facoltà di computo
Accumulo contributi
Tutti i lavoratori, ogni anno devono provvedere a versare i contributi obbligatori. Questi secondo quanto disposto dalla legge, sono versati in un apposito fondo dell’INPS in in misura pari al 40% del totale per l’anno in corso a giugno e al 40% del totale per l’anno in corso a novembre.
Alla fine di ogni anno, l’ammontare accumulato viene rivalutato. Questa rivalutazione viene calcolata moltiplicando il montante accumulato alla fine di ogni anno per la media geometrica del PIL degli ultimi 5 anni.
Valorizzazione della Contribuzione
Come noto, i contributi nella Gestione Separata non possono formare oggetto di ricongiunzione, e quindi non possono essere trasferiti neanche se il lavoratore decidesse di voler sopportare un onere. Al contrario, è previsto per i contribuenti la possibilità di ricorrere alla totalizzazione nazionale la quale consente di valorizzare tutti i contributi accreditati nelle diverse gestioni previdenziali. Questo consentirebbe di riunire sotto un’unica cassa, i contributi versati e quindi accedere alla pensione.
Possono quindi essere totalizzati:
- i contributi accreditati in favore dei lavoratori dipendenti e autonomi come:
- artigiani;
- commercianti;
- coltivatori diretti:
- coloni;
- mezzadri;
- sacerdoti secolari;
- ministri del culto delle confessioni diverse dalla religione cattolica;
- liberi professionisti iscritti a una delle Casse privatizzate e private;
- iscritti alle forme assicurative sostitutive ed esclusive dell’assicurazione generale obbligatoria.
Nota bene:
La totalizzazione può essere esercitata solo:
- al perfezionamento di 40 anni e 7 mesi di contributi (indipendentemente dall’età anagrafica) con una finestra di 21 mesi dalla data di maturazione dei requisiti;
- 65 anni e 7 mesi di età unitamente a 20 anni di contributi, attendendo una finestra di 18 mesi.
In alternativa è possibile applicare, o la sommatoria di tutti i periodi contributivi, o anche quella di valutare una pensione supplementare.
Conversione dell’accumulo
In questo caso, è possibile convertire i contributi sotto forma di rendita vitalizia. L’accumulo versato ogni anno dai lavoratori iscritti alla gestione separata viene poi rivalutato applicando uno specifico coefficiente di conversione aggiornato ogni 3 anni al fine di riflettere al meglio l’indice di inflazione e le aspettative di vita.
Se vengono confermati ancora i dati degli anni precedenti, gli iscritti alla Gestione separata, possono aver diritto a percepire una pensione a 66 anni con un assegno mensile di euro 641,20, per un totale annuo di 8335,00 euro.
Erogazione della pensione
Solo al raggiungimento dell’età anagrafica e contributiva utile a maturare il diritto alla pensione, i lavoratori iscritti alla Gestione separata, possono accedere alla pensione. Questo sistema previdenziale, prevede un’aliquota marginale scontata rispetto ad altri piani previdenziali.
Facoltà di computo
Secondo quanto disposto dall’articolo 3 del Dm 282/1996, tutti coloro sono iscritti alla Gestione separata e che possiedono periodi di contribuzione nell’assicurazione obbligatoria, in fondi esclusivi e sostitutivi o nelle gestioni speciali dei lavoratori autonomi di chiedere il computo dei predetti contributi nell’ambito della Gestione separata, ai fini del diritto e della misura dei trattamenti pensionistici, alle condizioni previste per l’opzione al sistema contributivo.
In questo caso, però si devono possedere i seguenti requisiti:
- almeno 15 anni di contribuzione, di cui 5 dopo il 31 dicembre 1995;
- anzianità contributiva inferiore a 18 anni al 31 dicembre 1995;
- possesso di anzianità contributiva prima del 31 dicembre 1995.
quest’opzione è completamente gratuita, e consente l’utilizzo nella Gestione separata dei periodi di lavoro dipendente sia pubblico che privato ed autonomo presenti in altre gestioni dell’AGO (privati-autonomi e dipendenti pubblici).
Sono inoltre computati nella Gestione Separata al fine di maturare i requisiti per il diritto alla pensione, tutti i periodi anche non coincidenti. Attenzione perchè restano esclusi i periodi con iscrizione alle casse libero professionali.
Attraverso questo sistema, si consegue il diritto alle prestazioni pensionistiche, in base anche a quelli che sono i requisiti anagrafici e contributivi, previsti per i soggetti iscritti dal 1° gennaio 1996 alla Gestione separata.
I lavoratori, possono quindi ottenere la pensione di vecchiaia o la pensione anticipata secondo quanto disposto dalle regole vigenti per gli iscritti dal 1° gennaio 1996 (cfr: messaggio INPS 219/2013 punto 7).
Contributi pensione gestione separata
Tutti i contributi inerenti ala gestione separata confluiscono in un apposito estratto conto il quale viene aggiornato nel momento in cui l’INPS riconosce al soggetto i compensi riferiti ai mesi di copertura.
In questa particolare forma, il soggetto deve versare i contributi previdenziali in percentuale al reddito effettivamente percepito, in quanto per questo tipo di Cassa non c’è una base imponibile prefissata, e quindi non vi sono massimali e minimali.
Vale come eccezione, solo il fatto che il reddito minimale viene comunque assunto nella Gestione Separata come valore di riferimento al fine della determinazione e del riconoscimento dei mesi di copertura contributiva.
Aliquote Contributive
Le aliquote contributive nella Gestione Separata, sono state ritoccate dalla legge Fornero del 2011, e prevede di toccare il 33% nel 2018.
Contributo da pagare
Il contributo da pagare è pari al 10% per coloro che hanno un’altra copertura previdenziale, mentre sale al 14% per chi non ha altra copertura previdenziale. Tale percentuale, è apri a:
- acconto del 40% sui redditi di lavoro autonomo relativo alla dichiarazione Irpef sulla base della dichiarazione dell’anno precedente;
- saldo del contributo dovuto per il periodo precedente;
- secondo acconto del 40% calcolato sui redditi di lavoro autonomo relativi alla dichiarazione Irpef dell’anno precedente;
Minimali e massimali
Il sistema del minimale, è al momento diverso rispetto a quello previsto per gli altri fondi previdenziali, secondo quanto ha disposto la legge 335/1995 per cui il lavoratore che risulti iscritto alla gestione separata ha diritto all’accreditamento di tutti i contributi mensili relativi a ciascun anno solare cui si riferisce il versamento, ma solo se l’importo corrisposto non è inferiore a quello calcolato sul minimale di reddito previsto, che per esempio, per gli artigiani e commercianti è pari a 15.548 euro.
Nel caso di una contribuzione inferiore a tale importo, i mesi di assicurazione da accreditare vengono ridotti proporzionalmente in base anche alle somma versata e attribuiti temporalmente al periodo corrispondente a partire dall’inizio dell’anno solare fino a concorrenza del periodo riconoscibile.
Per fare un esempio:
tutti gli iscritti per cui il calcolo della contribuzione avviene con l’aliquota del 27,72% possono ottenere l’accredito dell’intero anno di contribuzione solo con un contributo pari a 4.256,96 euro.
Al contrario, per il massimale contributivo, valgono le stesse regole previste per i lavoratori dipendenti, ovvero 100.000 euro.
Come si pagano i contributi della Gestione Separata?
Tutti i contribuenti devono effettuare il versamento dei contributi esclusivamente tramite modello F24 e deve essere effettuato entro il giorno 16 del mese successivo a quello del pagamento del compenso.
- Primo acconto e saldo: 16 GIUGNO o maggiorato dello 0,40% entro il 16 luglio;
- Secondo acconto dei tributi relativi al modello UNICO: 30 Novembre.
Cancellazione dalla gestione separata e rimborso Contributi
La cancellazione dalla gestione separata da parte del lavoratore iscritto non è obbligatoria. Spetta al’INPS chiudere la posizione del soggetto a seguito di comunicazione ComUnica di cessata attività.
L’’INPS, quindi provvede entro 30 giorni dalla cessazione dell’attività a chiudere la posizione solo nel caso in cui il lavoratore non abbia interessi ad accrediti contributivi da dover adempiere nei confronti dell’istituto.
l rimborso dei contributi versati può essere richiesto solo in alcuni casi:
- versamenti superiori al massimale;
- versamenti a titolo di acconto superiore a quanto realmente dovuto;
- attività o redditi non più soggetti all’obbligo contributivo presso la gestione separata.
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