Oggi vi parliamo dei Sistemi di Informazioni Creditizie; chiamateli pure Sic oppure, come le definiscono i più, le banche dati sui prestiti. Il loro obiettivo? Semplicemente quello di conservare dati ed informazioni utili sui consumatori e sui rapporti che questo soggetto ha avuto con gli istituti di credito interpellati.
Di cosa si tratta entrando nel dettaglio? I Sic o banche dati dei prestiti sono lo strumento che gli istituti di credito o le finanziarie analizzano, in prima battuta, appena un cliente rivolge a loro la richiesta di un finanziamento.
Riguardano informazioni neutre o negative e, qualora dovessero essere ‘rosse’, impediscono al cliente di ottenere il finanziamento. A meno che non si tratti di un prestito con cessione del quinto, dove la garanzia di rimborso piomba sul datore di lavoro e non sul cliente.
La legge numero 106 del 2011 ha ridotto il periodo di conservazione delle informazioni sui pagamenti in ritardo; le norme, poi, prevedono che “in caso di regolarizzazione dei pagamenti, le segnalazioni relative a ritardi di pagamenti da parte delle persone fisiche o giuridiche già inserite nelle banche dati devono essere cancellate entro cinque giorni lavorativi dalla comunicazione da parte dell’istituto di credito ricevente il pagamento” e che entro sette giorni le informazioni debbano essere estinte.
Chi dovesse avere problemi con i pagamenti entra nel vortice della “riscossione coattiva”, l’insieme delle procedure di recupero crediti: dai solleciti fino al decreto ingiuntivo, l’atto tramite cui il giudice ordina di sanare la propria situazione.
Un registro di queste informazioni è detenuto dalla Banca d’Italia che, dal 2009, censisce tutte le informazioni riguardanti i finanziamenti che eccedono la somma di 30.000 euro. I Sic privati più importanti sono quello gestito da SIA-SSB (ex Società interbancaria per l’automazione) per le somme oltre 31.246 euro e inferiori a 75mila; sotto la prima soglia, quelli di Assilea, Cerved, Crif, Ctc, Expedian e Infocamere.
Nel 2005 è stato introdotto il Codice di deontologia per i sistemi di informazioni creditizie (prima di esso i nominativi erano conservati per oltre cinque anni, ora il massimo è tre anni).
Per quanto riguarda i tempi di conservazione delle informazioni nel registro, vediamo qualche esempio:
– cliente che chiede un finanziamento senza concludere l’operazione: 6 mesi
– prestiti estinti, e cioè conclusi, restano in memoria come informazione neutra per 36 mesi dalla data di estinzione
– numero di rate non pagate non superiore a 2: ‘schedati’ per 12 mesi da quando si torna a pagare regolarmente
– numero di rate non pagate superiore a 2: ‘schedati’ per 24 mesi da quando si torna a pagare regolarmente
– situazioni di morosità: 36 mesi di ‘lista nera’ oltre al periodo in cui il credito è stato contratto
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