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Crisi Mutui: chi ci rimette di piu' - BlogFinanza.com

Crisi Mutui: chi ci rimette di piu’

Dopo questa burrascosa crisi dei Mutui Suprime che ha scosso tutto il mercato economico mondiale è lecito chiedersi chi ci rimette davvero e chi ne paga di più le conseguenze. Sono forse le banche? Gli investitori istituzionali? O i consumatori? La realtà è un po’ più complicata e sorprendente. Vi raccontiamo una storia successa davvero per farvi capire tutto in modo facile e chiaro, lo sfogo di un risparmiatore prudente che è in grado di chiarire meglio di qualsiasi analisi cosa è davvero successo e sta succedendo sul mercato dei mutui ipotecari in giro per il mondo.
“Ho deciso di raccontarvi una storia che non mi fa dormire la notte. Un mesetto fa ho incontrato come ogni domenica pomeriggio il mio vicino al parco. Si è parlato del più e del
meno ma poi la discussione è caduta sulla rata del mutuo. Ovviamente il vicino, che per ragioni di privacy chiamerò Antonio, ha iniziato a lamentarsi del suo mutuo a tasso variabile e della rata che è inesorabilmente lievitata. Fin qui nulla di nuovo, tant’è che iniziavo anche ad annoiarmi, ma ad un certo punto la discussione è diventata molto interessante: Antonio mi ha iniziato a raccontare la storia del suo mutuo.
Tutto è iniziato nel 2004, quando Antonio trovò grazie a un’agenzia immobiliare la casa dei suoi sogni al prezzo di euro 150.000. Pur avendo un buon reddito, lui impiegato a tempo indeterminato e la compagna assunta par-time, fu quasi tentato di rinunciare all’affare, perché le spese di notaio, di intermediazione e soprattutto per arredare la casa erano tante e poco aveva da parte. Ma il problema magicamente svanì … Come? L’agenzia immobiliare gli propose un’operazione di mutuo strepitosa con una prestigiosa banca italiana. Ben 182.000 euro di mutuo: 150.000 per comprare la casa, 12.000 euro per finanziare le spese notarili, di intermediazione mobiliare e di registro e addirittura altri 20.000 euro per l’arredamento, il tutto finanziato a 30 anni, concesso ad Antonio con una semplice auto-perizia”. Non gli veniva chiesta cioè nessuna garanzia patrimoniale al di là della sua semplice dichiarazione. Antonio non poteva credere alle sue orecchi stava realizzando un sogno; sposarsi ed avere una casa bellissima per se e la sua famiglia.
Sono passati meno di due anni ma tante cose sono cambiate, Antonio e la compagna hanno avuto nel frattempo un bambino, il costo della vita è aumentato, la compagna ha perso il lavoro, i genitori non possono più aiutarlo come una volta e la rata del mutuo è aumentata. Antonio non arriva più a fine mese!
Settimana dopo settimana … stesso parco, stessa storia. Antonio è sempre più in crisi, tant’è che mi fa una confidenza. “Non riesco più a pagare il mutuo”. Nell’immediato ho provato a distoglierlo dall’idea facendogli capire che nel giro di poco tempo avrebbe perso la casa. Ma la sua risposta è stata glaciale, lucida e matematicamente impeccabile. “Caro vicino”, mi dice, “circa 20 mesi fa la banca mi ha dato 182.000 euro da allora ho restituito poco capitale e tanti interessi, precisamente 20 rate di circa 950 euro ciascuna per un totale di 19.000 euro. Se domani non pago più il mutuo, non ci perdo niente. Anzi ci guadagno perché vado in affitto e me la cavo con 500 euro mensili, porto con me i mobili che mi ha gentilmente offerto la banca due anni fa, e non ho più il fardello della rata del mutuo che ormai supera i 1100 uro.
“Antonio”, gli dico “ e la tua casa?”. Mi risponde con freddezza, “non ho tirato fuori un euro per questa casa”.
La storia di Antonio mi ha colpito profondamente e soprattutto incuriosito. Per un attimo ho pensato che il racconto di Antonio fosse fantasia, ma ho verificato di persona, presso la stessa agenzia immobiliare: è tutto vero. Ho scoperto poi che l’esperienza di Antonio è ormai una prassi consolidata da anni Italia. Ma se è vero che questa è la prassi, e da anni, cosa succederebbe se tutti gli Antonio d’Italia facessero lo stesso ragionamento?
Questa domanda l’ho fatta alla mia banca: sapete cosa mi ha risposto in confidenza il direttore? Il nostro istituto è solidissimo e il rischio dei mutui ipotecari non è più della banca è tutto cartolarizzato.
Cosa vuol dire cartolarizzato? La Banca ha già venduto tutti i mutui di tutti gli Antonio d’Italia a una società terza che a sua volta ha trasformato questi mutui in titoli obbligazionari. “Strepitoso!! La mia Banca è davvero avanti!!”
Ad un tratto mi è però venuto un gelo alla schiena. Ed ho chiesto: Ma mica nel mio portafoglio titoli ci sono obbligazioni di questo tipo?” In banca mi hanno subito tranquillizzato; i titoli cartolarizzati, i cosiddetti ABS, sono per la quasi totalità collocati ad investitori istituzionali: Fondi pensione, assicurazioni ecc.

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Sull'autore

Luca M.

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