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Governo: al via il secondo giorno di consultazioni. Mattarella: Serve più tempo - BlogFinanza.com

Governo: al via il secondo giorno di consultazioni. Mattarella: Serve più tempo

Sono queste le prime reazioni dai leader dei partiti:

Di Maio: Due interlocutori alternativi sono Lega o Pd.

Lega: Governo con il centrodestra coinvolgendo M5s.

Pd:Per noi no ipotesi di governo. Tocca a chi ha vinto

Consultazione del presidente della repubblica Sergio Mattarella ai capi di partito

Consultazioni: le più lunghe quelle dopo il governo Dini

Sappiamo bene che tutti i partiti che sono stati coinvolti possiede i numeri per governare. Nessuno è in grado di formare un governo! Allo stesso tempo non lo si può sostenere e come tale è indispensabile secondo le regole della nostra democrazia che vi siano delle serie intese tra più parti al fine di formare una coalizione che possa avere una maggioranza in Parlamento.

Queste le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella al termine delle consultazioni al Quirinale:

Farò trascorrere qualche giorno di riflessione, anche sulla base della esigenza di maggior tempo che mi è stata prospettata da molte parti politiche.

Sarà utile anche a me per analizzare e riflettere su ogni aspetto delle considerazioni fatte dai partiti e sarà utile a loro per valutare responsabilmente la situazione, le convergenze programmatiche, le possibili soluzioni per dare vita a un governo.

E’ indispensabile che vi siano delle intese tra le forze politiche che ora hanno qualche giorno di riflessione che sarà loro utile per valutare responsabilmente convergenze programmatiche.

In breve questo è quanto affermato dal presidente Sergio Mattarella lanciando un chiaro invito al dialogo verso tutti i partiti al termine del primo giro di consultazioni.

Il Capo dello Stato ha deciso di riconvocare il secondo giro di colloqui non prima della metà della settimana prossima.

LA DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE MATTARELLA AL TERMINE DELLE CONSULTAZIONI

In sostanza si è chiuso il secondo giorno di consultazioni al Quirinale, con un nulla di fatto.

Dopo il Pd e Forza Italia è arrivata, la delegazione della Lega con il segretario Matteo Salvini, Gian Marco Centinaio e Giancarlo Giorgetti, capigruppo al Senato e alla Camera. Essi hanno affermato:

Lavoriamo per un governo che lavori almeno 5 anni.

Partendo da chi ha vinto le elezioni e numeri alla mano coinvolgendo il Cinque stelle. Non temiamo di tornare al voto.

Secondo i Dem essi si dicono da sempre estranei alla formazione di un nuovo governo. Hanno ribadito la loro posizione con il segretario reggente Maurizio Martina:

Chi ha vinto le elezioni, è stato l’invito si prenda la responsabilità del governo. Non ci sono ipotesi di governo.

Forza Italia ha invece sottolineato la necessità e l’urgenza di un governo che parta dal centrodestra, la coalizione che ha ottenuto più voti. Si devono scegliere figure di alto profilo e detto no a governi fatti di pauperismi, giustizialismi e populismi.

LA POSIZIONE DI M5S

Abbiamo detto al presidente Mattarella che sentiamo tutta la responsabilità di esser la prima forza politica di lavorare il prima possibile per assicurare una maggioranza ad un governo del cambiamento.

Come ho ribadito durante tutta la campagna elettorale, abbiamo ottenuto 11 milioni di voti su una posizione ben precisa che abbiamo ribadito al presidente anche sulla politica estera.

Con noi al governo l’Italia resterà alleata dell’Occidente nel Patto atlantico, nell’Unione europea e monetaria: è questo l’obiettivo.

Le mie aperture sono sincere, ma voglio anche precisare che rispetto a quello che ho letto in questi giorni io non ho mai voluto spaccare il Pd, mi rivolgo al Pd nella sua interezza perché al di là delle differenze di vedute non ci permetteremo mai di interferire nelle loro dinamiche interne.

Un contratto di governo si può sottoscrivere o con la Lega o con il Pd.

Questi sono i due interlocutori, è chiaro che sono due soluzioni alternative. Dopo gli incontri capiremo con chi si potrà sottoscrivere il contratto di governo.

Non vogliamo spaccare la coalizione di centrodestra ma non riconosciamo una coalizione di centrodestra, perché non solo si sono presentati alle elezioni con tre candidati premier ma perché si sono preparati alle consultazioni separati.

LA POSIZIONE DEL PD

L’esito elettorale per noi negativo non ci consente di formulare ipotesi di governo che ci riguardino.

Chi ha vinto le elezioni si faccia carico della responsabilità di governare. Noi avvertiamo come certi atteggiamenti siano più figli di un secondo tempo della campagna elettorale che di una responsabilità nuova.

Il tempo della campagna elettorale è finito e queste forze farebbero bene a tornare con i piedi per terra anche rispetto a soluzioni” di governo.

Noi siamo in campo da protagonisti per rafforzare in coerenza con il lavoro fatto dal governo tutti gli interventi di sostegno sociale.

 Sui quattro snodi di interesse generale il Pd eserciterà fino in fondo la sua funzione nel suo ruolo di opposizione.

 I 4 punti:

  • taglio del costo del lavoro e reddito di inclusione;

  • controllo della finanza pubblica;

  • gestione del fenomeno migratorio;

  • rafforzamento del quadro internazionale.

LA POSIZIONE DI FI

Il governo dovrà partire da chi ha vinto le elezioni, cioè il centrodestra e dal leader della coalizione vincente, cioè la Lega.

Non siamo disponibili a un governo fatto di pauperismi e giustizialismi e populismi e odio che innescherebbe una spirale recessiva e di tasse elevate con fallimenti a catena anche nel settore bancario.

Siamo disponibili con presenze di alto profilo a soluzioni serie e credibili in sede europea. Su questo siamo disposti a dialogare.

LA POSIZIONE DELLA LEGA

Lavoriamo per un governo che duri almeno cinque anni, Continuerò a incontrare tutti a partire da centrodestra, prima forza in parlamento ma andiamo in Parlamento se abbiamo numeri certi. 

Faremo di tutto per dare un governo che duri 5 anni ovviamente partendo dal centrodestra coinvolgendo M5s, senza altre soluzioni temporanee e improvvisate, vediamo se si riesce a trovare una quadra.

Andiamo in Parlamento se ci sono i numeri certi, altrimenti si torna al voto.

La Lega è un partito nato tra la gente figuriamoci se abbiamo paura di tornare alle elezioni.

Purtroppo a causa dei veti incrociati da parte dei partiti, la matassa sembra complicata da sbrogliare anche per il capo dello Stato e quindi si parla già di un possibile secondo giro di consultazioni che potrebbe iniziare mercoledì prossimo.

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Sull'autore

Tommaso Piccinni

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