I principali partiti del centro destra e della sinistra hanno espresso i loro punti chiave su cui incentrare le campagne elettorali. Anche in questo caso non sono mancate le critiche e le proposte dei 5 stelle che puntano ad essere il primo movimento politico in Italia.
Sappiamo che le elezioni politiche generali si terranno il 4 marzo.
Sulla base di questo non ci resta che analizzare le proposte economiche che i più importanti partiti e coalizioni hanno presentato.
Ormai non possiamo più parlare di pre-campagna elettorale, ma siamo nel pieno della vita politica elettorale, e si corre per elezioni politiche generali del prossimo 4 marzo 2018.
Noi lo definiamo come il periodo delle facili promesse e dei sogni visto e considerato che tutto quello che oggi promettono in campagna elettorale non potrà mai essere realizzato.
Ecco il nostro obbiettivo quindi: tenere traccia delle più rilevanti promesse soprattutto in campo economico fatte dai partiti e dalle coalizioni più importanti.
Allo stesso modo cercheremo di analizzare quelle che sono le dichiarazioni per altro non confermata e gli eventuali aggiornamenti via via che le diverse forze politiche diverranno chiare ed esplicite.
Infatti non vi è purtroppo neanche la certezza di quelli che saranno i costi inerenti alle proposte messe in campo. Da qui ne deriva a nostro avviso anche una conoscenza da parte dei partiti che ancora oggi non ne parlano molto.
Al momento possiamo supporre che tutti i costi legati alla campagna elettorale, ha un costo che si aggira tra i 140 e i 300 miliardi di euro.
Vediamo quindi i principali punti su cui si imperniano le varie campagne elettorali.

Elezioni politiche 2018: le proposte economiche dei principali partiti
ABOLIZIONE LEGGE FORNERO
Il primo punto riguarda l’abolizione della legge Fornero.
Uno dei principali promotori di questo abbattimento è Matteo Salvini e la lega.
Per lui, la Legge Fornero varata nel 2011, in piena emergenza spread con il solo scopo di ridurre la spesa previdenziale e salvare l’Italia dal baratro finanziario, è una legge ingiusta che provoca danni all’Italia e agli Italiani che li ha ridotti alla povertà assoluta.
Il punto dolente della faccenda è soprattutto l’età pensionabile, che oggi prevede l’uscita dal mercato del lavoro a 67 anni.
A questo si aggiunge anche il meccanismo di adattamento dell’età pensionabile alla speranza di vita.
Ecco quindi quello che vuole la Lega:
- Ridurre di tre anni l’attuale età pensionabile;
- Abolire il meccanismo di adattamento della stessa alla speranza di vita.
Si noti però che quest’operazione, anche se andrebbe a favore di tutti gli italiani, è considerata da molti come un’operazione costosa.
Infatti secondo le stime del presidente dell’Inps Tito Boeri una tale manovra potrebbe costare allo stato fino a 140 miliardi di euro.
FLAT TAX
Altra proposta derivante dal centro destra è la Flat Tax ad opera di Silvio Berlusconi su cui però concorda tutto il centrodestra.
In pratica si tratta di un Sistema fiscale, dove l’aliquota è proporzionale e non progressiva.
In sostanza si tratta di una tassa unica per tutti gli scaglioni di reddito, e non tiene conto del sistema progressivo dove le aliquote crescono al salire dello scaglione di reddito.
Ecco che la proposta del centrodestra, prevede una aliquota unica del 23%, sia per le famiglie che per le imprese.
A questo si affianca anche una no tax area a deduzione e a esenzione totale per i redditi bassi.
In questo senso viene anche contemplato il reddito di dignità.
Sempre poi in tema fiscale, il centrodestra propone ancora:
- Abolizione della tassa sulla prima casa;
- Abolizione della tassa sulla successioni e sulle donazioni;
- Eliminazione dell’Irap.
A questo si aggiunge anche:
- Eliminazione del bollo auto e delle tasse sui risparmi.
In questo caso, le prime stime, parlano che solo per la Flat tax serve una copertura statale di 50 miliardi di euro, che secondo il leader di Forza Italia spingerà molti a non evadere più le tasse e come tale quindi si potrebbe prospettare un maggior introito per le casse dello stato, perché tutti pagheranno.
FISCAL COMPACT
Il Fiscal Compact è definito come il Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance ed è un accordo tra i paesi dell’eurozona il quale prevede norme e vincoli economici il cui scopo è quello di contenere il debito pubblico dei paesi membri.
Esso viene introdotto nel mese di marzo 2012.
Da qui si evidenzia che contenere il debito pubblico per molti Paesi a quel tempo voleva dire diminuire le spese e aumentare le tasse.
Su questo punto, ancora oggi si discute molto, e le manovre sono ancora molto generali, senza una vera linea politica le quali possono avere in particolare 2 effetti importanti:
- Da una parte rassicurano i mercati finanziari sulla capacità di un Paese di ripagare i suoi debiti e allo stesso tempo riducendo i tassi di interesse sul debito stesso.
- Dall’altro, in tempi di crisi, si rischia di deprimere ulteriormente l’economia.
Si deve considerare che quando venne introdotto il Fiscal Compact sembrava che esso fosse necessario al fine di salvare l’Europa dalla crisi del debito pubblico che la stava colpendo.
In molti in questo caso hanno dichiarato di essersi pentiti di averlo firmato! Esso infatti non ha previsto gli effetti recessivi delle misure che contiene!
Ecco che alle prossime elezioni, contro il Fiscal Compact si sono apertamente schierati in 2:
- la Lega;
- il Partito Democratico.
ELIMINAZIONE TASSE UNIVERSITARIE
Ancora una volta parliamo di una proposta ad opera della sinistra e precisamente del partito Liberi e Uguali di Aldo Grasso.
Questa proposta secondo il presidente del senato serve a permettere a chiunque di frequentare l’università.
A questo però si deve tener presente che lo Stato si farebbe carico di una spesa aggiuntiva pari a 1 miliardo e seicento milioni.
Secondo Grasso, una cifra del genere la si potrebbe recuperata dall’ammontare dagli sgravi e dei sussidi indiretti già identificati nel corso della passata legislatura dal Ministero dell’Ambiente come dannosi per l’ambiente stesso.
Da qui ne deriva che l’università gratuita esiste già in Germania e in altri paesi europei.
L’obiettivo? Lo si deve vedere sul lungo termine, con la possibilità di allargare la formazione di alto livello, e in questo modo liberare “l’intelligenza e la genialità” italiane rendendo l’Italia più competitiva.
ABOLIZIONE CANONE RAI
Anche questa proposta diverse volte è stata proiettata in campagna elettorale. In sostanza si tratterebbe di una manovra ad opera del Partito Democratico di Matteo Renzi che avrebbe dichiarato che alla prossima direzione del suo partito avrebbe proposto l’abolizione del Canone Rai.
In questo caso, se si venisse ad attuare una tale legge, allora tutto questo potrebbe avere un costo per lo Stato di un miliardo e mezzo minimo.
I costi Rai non più coperti da Canone dovrebbero essere comunque pagati. Questo almeno è quanto proposto da Carlo Calenda, ovvero il Ministro dello sviluppo economico, affermando che si tratterebbe comunque di soldi dei cittadini che verrebbero tolti da qualche altra parte, come ad esempio dalla sanità.
REFERENDUM SULL’EURO
Anche in merito a questa proposta, si parla di referendum sul mantenere la moneta unica europea o meno. In molti pronosticano anche il ritorno alla lira.
Questa volta a prendere la parola è il Movimento 5 Stelle anche se sembra che su questo punto stiano ritrattando visto e considerato anche quello che è l’atteggiamento europeo nei nostri confronti.
Ecco quindi che in base a quelle che sono oggi le considerazioni, e quelle che sono le dichiarazioni di Luigi Di Maio, ovvero il candidato premier per il Movimento, il referendum non sarebbe più una priorità, anche se non lo esclude a priori.
Questo lo si deve in particolare al fatto stesso che la forza politica di Francia e Germania in Europa sta calando e l’Italia quindi potrebbe ricontrattare a suo favore le condizioni per appartenere all’area euro.
SALARIO MINIMO LEGALE
Passando al tema sociale, si prospetta una proposta di Matteo Renzi, ovvero il segretario politico del Partito Democratico il quale conferma che il suo partito, vuole introdurre il salario minimo da lavoro dipendente, che non potrebbe essere inferiore a 9-10 euro.
La misura riguarderebbe circa il 15% dei lavoratori dipendenti italiani, in quanto si presume che il restante 85% è coperto dai contratti collettivi nazionali i quali stabiliscono i minimi salariali di settore.
Si noti bene che anche la Lega di Matteo Salvini è favorevole a questa misura.
REDDITO DI DIGNITA’
Altro sistema sociale che potrebbe essere introdotto è il Reddito di dignità proposto da Silvio Berlusconi e dal suo partito Forza Italia.
Anche se oggi non è stato definito nei dettagli, esso sembra essere lo strumento proposto da Berlusconi e che comprende per tutti oi cittadini che hanno un introito inferiore ai 1.000 euro al mese di non pagare le tasse e che sia lo stato ad intervenire al fine di portare tale reddito al livello di dignità stabilito dall’Istat in base a diversi parametri, tra cui:
- Zona di residenza;
- Numero dei figli;
- Reddito minimo garantito.
REDDITO DI CITTADINANZA
Infine parliamo di Reddito di cittadinanza ovvero uno dei temi cari al e caldi di queste elezioni politiche e di cui se ne fa carico il Movimento 5 Stelle.
Esso propone, un reddito, che per certi versi è cambiato nel tempo e che oggi si sostanzia come una integrazione al reddito.
Si parla di un trasferimento economico selettivo, che deve essere sottoposto alla così detta prova dei mezzi.
In breve il reddito di cittadinanza vero e proprio è differente da questo.
E’ un reddito per tutti, che non deve essere sottoposto ad alcun vincolo e che andrebbe sia ai ricchi che ai poveri.
Sarebbe una sorta di garanzia economica per tutti i cittadini del Paese che lo adotta.
Esso prende il nome di Reddito di base all’interno della proposto che essi presentano e che sembra essere intenzionato ad estendersi anche a chi cittadino non è.
Ma in merito alle coperture non abbiamo notizie!
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