Secondo quanto affermato dalle ultime intenzioni del leader di Forza Italia, Berlusconi è pienamente convinto che l’Italia non può fare a meno dell’euro. Sempre Berlusconi sostiene anche che Salvini è d’accordo con lui.
Ma come è possibile, considerando che Salvini ha sempre detto di voler uscire dall’euro?
Secondo quanto affermato da Berlusconi in un’intervista a Radio Capital, afferma:
“non si può fare a meno dell’euro”,
Ancora continua affermando che Matteo Salvini è d’accordo con questa linea.
Il leader della Lega Nord sappiamo bene invece essere sempre stato a favore dell’abbandono dell’euro.
Oggi infatti stupisce l’affermazione del leader di Forza Italia in merito al più grande punto di divergenza fra i due maggiori partiti del centrodestra: la questione sulla moneta unica europea.
Matteo Salvini per altro afferma anche che il referendum sull’euro proposto dal Movimento 5 Stelle prima di Natale, altro non è se non una vera chiacchiera!
Questo perché lo prevede la Costituzione. Per uscire dall’Euro si deve cambiare la costituzione e le sue regole!
La Lega Nord ha davvero cambiato idea sulla sovranità monetaria?
Ancora prosegue lo scontro verbale tra il leader di FI e Claudio Borghi, responsabile economico del Carroccio, con la seguente dichiarazione:
“Un secondo dopo che la Lega siederà al Governo, metterà in atto tutte le possibili preparazioni per arrivare alla sovranità monetaria. E’ una questione di sicurezza nazionale”.
Ecco quindi che l’uscita dall’euro è un tema spesso ricorrente.
Sappiamo anche che in campagna elettorale tutto fa brodo! Maggiori sono gli argomenti di cui si parla e che più toccano gli italiani e maggiori sanno i possibili voti.
Perché Berlusconi ha ragione
Rimanere all’interno dell’area euro però per Berlusconi porta determinati vantaggi
Eliminazione dei tassi di cambio
Il maggior beneficio derivato dall’euro è quello inerente all’assenza di tassi di cambio fra i Paesi dell’eurozona.
Oggi le aziende esportatrici grazie a questo abbattimento hanno potuto vendere i propri prodotti in tutta Europa.
Questo vuol dire aver eliminato i rischi e i costi dovuti al cambio di valuta e facilitare dunque gli scambi commerciali.
L’euro per altro si inserisce all’interno del mercato unico europeo, che ha aumentato sia le esportazioni sia le importazioni fra i Paesi dell’eurozona.
Inflazione stabile: meno interessi sul debito pubblico
Secondo quanto affermato dagli europeisti la moneta unica ha consentito all’inflazione di stabilizzarsi.
Questo vuol dire impedire una notevole fluttuazione dei prezzi e allo stesso tempo dare la possibilità ai cittadini europei di non perdere il proprio potere d’acquisto.
Infatti la presenza dell’euro non permette solo la svalutazione monetaria, in quanto l’aumento dell’inflazione deriva essenzialmente dalla svalutazione che porterebbe a un crollo della competitività per via di altri fattori.
Ecco che per effetto contrario salirebbe il prezzo delle importazioni, e quindi potrebbe portare a un generale aumento dei prezzi incidendo sia sul salario reale sia sul potere d’acquisto.
Invece la stabilità dei prezzi imposta dalla BCE (target massimo dell’inflazione del 2%) ha permesso la non svalutazione dei mutui e anche dei minori tassi di interesse da pagare sul debito pubblico soprattutto durante la crisi iniziata nel 2008.
Scudo contro la crisi: fattore culturale?
Ancora per i sostenitori della moneta unica europea si evince come durante la crisi mondiale del 2008 l’euro ha salvato tutti i Paesi europei da una recessione ancora più pesante di quella che abbiamo conosciuto.
Questo lo hanno testato essenzialmente le Nazioni che adottavano una moneta debole, come la lira italiana o anche la Grecia.
Infine l’introduzione dell’euro ha anche un carattere prettamente culturale, il quale è volto all’unione di un continente che ha trovato una pace duratura dopo secoli di conflitto.
Perché Berlusconi ha torto?
Secondo gli oppositori, invece, si afferma che Berlusconi ha torto perché non si può uscire dall’euro se non attivando l’articolo 50 del Trattato di Lisbona.
Questo infatti prevede l’uscita dall’Unione Europea, allo stesso modo di come ha fatto il Regno Unito.
Uscire dall’euro significa anche uscire dall’Unione Europea.
Maggiore crescita economica
Per altro non si potrebbe sostenere un’uscita dall’euro perché la sovranità monetaria consiste nella possibilità di uno Stato anche di stampare moneta e adottare una propria politica monetaria.
Questo presuppone dunque lo stacco dalla BCE e dalle sue scelte.
A questo punto se esaminiamo quelle che sono le considerazioni degli euroscettici possiamo notare come la svalutazione monetaria porterebbe maggiore competitività industriale e il rilancio del settore manifatturiero.
Una maggiore svalutazione della moneta locale potrebbe attrarre nuovi investitori esteri e rilanciare l’Italia a divenire nuovamente una potenza economica come lo era prima dell’euro.
Allo stesso tempo, però i sostenitori della valuta nazionale stimano un aumento dell’occupazione e quindi una maggiore crescita economica.
Euro causa di aumento dei prezzi?
Sempre contrapposizione tra euroscettici e favorevoli. Questa volta i primi guardano con attenzione la crescita esponenziale dei prezzi fra il 2002 e oggi.
Essi sono concordi nell’affermare che il tasso di cambio lira euro sia passato sempre più a 1:1000, sostanzialmente arrivando a un raddoppio dei prezzi.
Strapotere tedesco
Ancora gli euroscettici non perdono tempo con l’affermare che la Germania, divenuta un Paese egemone dell’eurozona ha dettato legge ma solo a seguito dell’introduzione della moneta unica.
Secondo gli scettici, altro non ha fatto l’euro se non aumentato le distanze fra i Paesi più in difficoltà come quelli del Sud-Europa, compreso anche l’Italia.
Trattati europei
Infine in merito ai trattati tutti gli scettici, confermano la loro opposizione ai Trattati europei firmati dall’Italia, soprattutto quello in merito al Patto di Stabilità e Crescita (PSC), il quale prevede misure molto restrittive, lasciando poco spazio di manovra nel bilancio dei Paesi membri.
Questo vuol dire, secondo quanto affermato nel patto che gli Stati membri non possono portare il rapporto deficit/pil sotto il -3%.
A questo si aggiunge anche il debito pubblico sul Pil che deve essere sotto il 60%.
Dal momento che quest’ultimo parametro viene rispettato solo da poche Nazioni e l’Italia ha un debito pubblico sul Pil del 132%, il Patto impone sempre un avvicinamento alla soglia del 60% per chi vi si trova al di sopra.
Ecco dunque i motivi per il quale oggi vi è una divisione tra chi si dice favorevole e chi invece si dice contrario all’euro.
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