Sappiamo bene che da diverso tempo ormai, non esistono più alcuni istituti di credito che invece prima della crisi erano presenti sul nostro territorio. Essi, a seguito della crisi economica che ha colpito tutti paesi del mondo, hanno subito delle trasformazioni; molti sono stati assorbiti dai colossi bancari, mentre altri hanno fatto registrare la bancarotta.
Nel nostro paese, in questi anni, sono state ben 16 le banche a rischio. Da questa crisi hanno poi cercato di mettersi al riparo, cercando di mettere al sicuro tutto il sistema creditizio (il quale merita un’attenta riflessione).
La nostra guida si propone di comprendere e valutare attentamente quelle che sono le banche a rischio nel 2018 in Italia tra bail in, fallimento e crediti deteriorati. Analizzeremo in seguito anche le banche più sicure in Italia.
Prima di procedere con l’elencazione delle banche sicure e non, il concetto che vogliamo far comprendere a tutti, è quello della sicurezza. In sostanza, quando si parla di risparmi e di investimenti in banca si deve far riferimento alla sua essenza più vera e autentica: la sicurezza bancaria.
La nostra banca è sicura? E’ questa la prima domanda che ci dobbiamo porre ancor prima di intraprendere un rapporto con l’istituto. In pratica alla parola risparmio si deve aggiungere sicurezza.

Quali sono le peggiori banche Italiane?
- Banche a rischio bail-in: un sistema in continua crisi
- Quali sono le banche a rischio 2018 in Italia? Elenco
- Stress Test 2018: tutti promossi
- Le banche a rischio secondo R&S Mediobanca
- Banche a rischio bail in Italia: secondo Moody’s – elenco completo
- La necessità degli aumenti di capitale
- Come scegliere una banca sicura?
- Controllo del Patrimonio di Vigilanza
- Il rating stabilito dalle società specializzate
- Le banche più sicure in Italia
- Quali sono le banche sicure 2018-2019?
- Banche più sicure per Altroconsumo.it
- Classifica banche sicure secondo l’Università Bocconi
- Classifica delle banche più sicure secondo la BCE
- Come scegliere una banca sicura nel 2019?
- Preferire le grandi dimensioni
- La reperibilità d’informazioni
- La quotazione in Borsa può essere d’aiuto?
- Analisi di bilancio e CET1 ratio
- Fattori di minaccia per la sicurezza di una banca
- Obbligazioni e azioni
- Accantonamenti su crediti deteriorati
- Le aggregazioni
- Risparmi in titoli di stato e buoni postali
Banche a rischio bail-in: un sistema in continua crisi
Le banche Italiane fanno parte di un sistema che da diverso tempo ormai mostra delle crepe; questo sistema, essendo tale, ha spinto le Istituzioni di riferimento a effettuare nel corso degli anni della crisi economica degli interventi rilevanti.
La situazione a rischio default per molti istituti di credito ha fatto innalzare il livello di preoccupazione non solo dei risparmiatori Italiani, ma di tutto il sistema bancario internazionale. In quest’occasione, il Governo Italiano è stato costretto all’approvazione del bail-in.
Con questo termine si definisce una vera rivoluzione bancaria, dove le banche in default (ovvero non le banche a rischio commissariamento ma quelle sull’orlo del fallimento) hanno la possibilità di risanarsi attingendo a risorse interne. Lo possono fare prelevando denaro in maniera automatica e senza l’assenso del titolare del conto dai conti correnti, per la somma che eccede ai 100.000 €.
Questa norma è stata introdotta per la prima volta, il 1 Gennaio 2016 a seguito del recepimento della Direttiva UE n° 2014/59, la quale prevede una serie di modifiche per la risoluzione delle crisi bancarie. In sostanza, il principio di base della nuova gestione del bail-in prevede che:
nessun azionista, correntista o creditore debba sopportare perdite superiori a quelle che avrebbe in caso di liquidazione coatta amministrativa, in gergo tecnico: no creditor worse off.
Come detto però i prelievi forzosi non riguarda i depositi fino a 100.000 euro. Allo stesso tempo, sono messi al sicuro anche i patrimoni dei clienti come azioni, obbligazioni, titoli di fondi, che la banca ha in gestione. La direttiva prevede, anche che lo Stato potrà intervenire solo come estrema ratio e nel caso in cui venga messo in pericolo il pubblico interesse, ma mai più con finanziamenti a fondo perduto.
Quali sono le banche a rischio 2018 in Italia? Elenco

elenco banche Italiane a rischio
Prima di continuare con la lettura teniamo a precisare che l’elenco aggiornato delle banche è consultabile sul sito della banca d’Italia. Qui è possibile visionare tutti gli Istituti di credito attivi e passivi, quelli a rischio e quelli non a rischio.
Premesso questo, passiamo a vedere quali sono gli istituti che negli ultimi anni sono stati oggetto di verifica da parte della BCE. Questi sono stati sottoposti a stress test. Analizzando i dati è possibile notare come nel 2014 gli stress test, effettuati dalla BCE sugli Istituti italiani, hanno registrato la bocciatura di 9 istituti su 25. Nel 2015 e nel 2016 invece, le cose sono migliorate e al momento sembrano essere sotto la supervisione della BCE solo le banche: Popolare di Vicenza e Veneto Banca.
>>Leggi anche: In Germania le Banche sono in crisi, peggio di quelle Italiane. Ma perché nessuno ne parla?
Stress Test 2018: tutti promossi
Un trend che continua negli anni. Ogni anno le banche presenti in Italia sono sottoposte agli stess test. Anche per il 2018 la regola non è cambiata. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che le banche italiane esaminate come:
- Intesa Sanpaolo;
- UniCredit;
- UBI;
- Banco Bpm, ecc.
Sono le banche che meglio di altre hanno superato lo stress test di Eba e BCE.
Se ci si ferma ad esaminare queste banche, è possibile notare come il capitale, di queste, è superiore ai minimi richiesti e quindi è un segno positivo che dà sicurezza ai correntisti. Al momento si segnala anche il miglioramento della situazione delle banche sottoposte a commissariamento da parte della Banca d’Italia. Queste infatti sono in diminuzione, passando dai 14 istituti del 2017 a soli 3 nel 2018. Esse sono:
- Istituto per il Credito Sportivo;
- BCC di Cittanova;
- Banca Sviluppo Economico spa.
Attenzione:
Le banche sotto commissariamento non sono banche sull’orlo del fallimento e quindi default. Non vi è un nesso causale diretto tra il provvedimento di amministrazione straordinaria ed il fallimento della banca stessa.
Si registra anche il fatto che la situazione di commissariamento è considerato come un provvedimento serio che viene applicato solo a situazioni gravi, che viene attuato con il solo scopo di evitare il peggioramento della situazione come ad esempio la chiusura dell’Istituto. La Banca d’Italia per prassi procede al commissariamento nel momento in cui rileva delle irregolarità o delle violazioni normative. Lo può fare anche nel caso in cui ritiene che ci sia un serio pericolo che si vengano a verificare delle gravi perdite patrimoniali.
Tutti gli istituti che si trovano in queste condizioni sono tenute sotto controllo. Sono considerati tali tutti gli istituti che detengono una posizione critica, come ad esempio:
- Monte dei Paschi;
- Veneto Banca;
- Banca Popolare di Vicenza.
Analizzando il primo istituto è possibile notare come la banca senese negli anni passati è stata tra le peggiori banche a livello europeo. Questo è emerso dagli stress test del 2016. Da allora è stata poi costretta a iniziare uno specifico piano di risanamento.
Se si analizzano invece gli altri istituti, si nota che Veneto Banca e Banco Popolare di Vicenza, hanno vissuto una situazione di enorme criticità. Il 2017 è stato l’anno in cui il Governo Italiano è intervenuto al fine di assicurare il salvataggio di MPS e delle due banche venete.
Nei 3 casi, si è intervenuti al fine di evitare quanto già successo per altre banche, ovvero di ricorrere al bail-in. Si è trattato di un provvedimento atto a contenere le perdite dei creditori e dei soci delle banche. Si è optato infine per un piano di rilancio a carico della collettività. Rapportato in numeri è possibile notare come il piano di salvataggio di Monte dei Paschi di Siena è costato ben 5,4 miliardi di euro.
Esso prevede il controllo pubblico della banca (che ancora oggi è nelle mani pubbliche per il 70% delle quote) fino al 2021. Quote che poi torneranno invece sul mercato alla fine del 2021. E’ questo l’anno in cui si dovrebbero dismettere gli asset meno preformanti e si dovrebbero liquidare i crediti deteriorati.
Se invece esaminiamo le altre 2 banche, è possibile notare che il piano di salvataggio è costato quasi 4,7 miliardi. A questo si aggiungono anche i fondi di garanzia per altri 12 miliardi.
Come nel caso precedente anche per queste due banche se ne fa carico lo Stato. Altre banche del gruppo, invece, sono state acquisite da Intesa Sanpaolo.
Le banche a rischio secondo R&S Mediobanca
R&S Mediobanca ha redatto una nota all’interno del quale viene approfondita la ricerca su 377 banche di piccole e medie dimensioni. La ricerca è stata portata avanti analizzando i dati di bilancio 2015. Da questa analisi è emerso come la maggior parte degli istituti di credito è a rischio.
Il 66% delle banche analizzate, ha un livello di rischio alto o medio-alto. Al contrario, invece, soltanto 1 banca su 3 è sicura. Sono state oggetto di analisi tutte le banche popolari, banche di credito cooperativo e alcune spa.
Per quanto concerne la classifica redatta da Mediobanca, questa è stata effettuata tenendo conto del Texas ratio, ovvero dell’indice calcolato come rapporto tra i crediti deteriorati e il patrimonio netto tangibile. Maggiore è il Texas ratio, maggiore è la rischiosità della banca. con questo sistema sono state analizzate oltre 100 banche.
Al primo posto della classifica, tra le banche più rischiose abbiamo Banca di Teramo che stata poi incorporata in Banca di Castiglione Messer Raimondo e Pianella.
A questa prima banca segue poi:
- Cassa di risparmio di Cesena;
- Unipol Banca;
- Banca Atestina di Credito Cooperativo;
- Banca di Pistoia Credito Cooperativo.
Banche a rischio bail in Italia: secondo Moody’s – elenco completo
Le Banche italiane a rischio bail-in secondo Moody’s in Italia sono 12. Questo è possibile apprenderlo dalla nota che Moody’s ha redatto, analizzandone la situazione degli istituti italiani. In pratica il maggior pericolo è quello di un downgrade del rating.
Le banche coinvolte al momento sono le seguenti:
- Unicredit;
- Intesa Sanpaolo;
- Banca Imi;
- Cassa Depositi e Prestiti;
- Mediobanca;
- Fca Bank;
- Banca Nazionale del Lavoro;
- Credito Emiliano;
- Credit Agricole Cariparma;
- Cassa Centrale Raiffeisen;
- Invitalia;
- Banca del Mezzogiorno.
Successivamente Moody’s potrebbe essere ancora tentato di procedere al taglio paventato …
a seguito del downgrade del rating sovrano italiano o per un deterioramento delle valutazioni del merito di credito delle banche coinvolte, dovuto, per esempio, a un peggioramento dell’ambiente operativo o a istanze specifiche di peggioramento della qualità degli attivi, con perdite o riduzione della capitalizzazione.
La necessità degli aumenti di capitale
Vi è poi un’attenzione particolare posta dalla BCE guidata da Danièle Nouy (Ecb banking supervision), sulle banche Italiane. Essa cerca di spingere sempre più al fine di imporre alle banche delle svalutazioni più stringenti, con annesse perdite a bilancio, sui numerosi crediti deteriorati considerati come una criticità soprattutto per gli istituti italiani.
Al fine di dare ossigeno ai conti, sono diversi gli istituti di credito che hanno deciso di percorrere la strada dell’aumento di capitale. Tra questi ricordiamo ad esempio Unicredit, il quale nei mesi scorsi ha decretato un aumento di capitale di ben 13 miliardi di euro. Il tutto è servito a rafforzare sempre più l’economia di questa banca, considerata come la prima a livello Italiano per asset.
Tornando indietro di un anno possiamo notare come il 2017 si sia concluso con l’aumento di capitale di Banca Carige. Quest’operazione è costata ben 544 milioni.
Al momento non sono invece terminate le trattative (e per altro sono in corso) e le operazioni atte a portare un sostanzioso aumento di capitale del Credito Valtellinese. Nel primo trimestre del 208 ha fatto partire una ricapitalizzazione della banca per 700 milioni.
Secondi gli analisti di Equita, dovranno a breve pensare ad un aumento del capitale anche le seguenti banche:
- Banco Bpm;
- Bper Banca.
Sempre secondo gli analisti di Equita, rimane confermato il fatto che gli istituti con un ratio superiore al 20% ovvero Bper, Banco Bpm e Carige, devono rivedere le proprie strategie di derisking inerenti alla riduzione del rischio NDR in modo più strutturale, senza escludere a priori piani di rafforzamento patrimoniale.
Come scegliere una banca sicura?

Quali sono le banche sull’orlo del fallimento? Quali quelle sicure?
A questo punto, una volta analizzate brevemente quelle che sono le banche a rischio bail-in, possiamo procedere con l’analisi delle banche più sicure del 2018 e che si confermano esserlo anche per il 2019 (almeno per la prima metà dell’anno).
Questo serve anche per capire come salvare i propri risparmi, scegliere il giusto istituto. Si deve poi porre un’attenzione particolare al fatto che le banche non sono tutte uguali. Esse differiscono le une dalle altre per diversi parametri. Tra questi, ne ricordiamo essenzialmente 2, utili per altro a verificare la solidità di una banca e che possono essere d’aiuto in fase di scelta. Essi sono:
Controllo del Patrimonio di Vigilanza
Si tratta del primo criterio che definisce la quantità di investimenti fatti rispetto al patrimonio. Esso si esprime con il CET1 Ratio ovvero il Core Equity Tier 1 Ratio. Secondo quanto stabilito dalle norme europee, ci si deve basare su di CET1 Ratio minimo pari all’8%, il quale indica la possibilità della banca in questione di fare investimenti ponderati per il rischio superiori a 10 volte il suo capitale.
Il rating stabilito dalle società specializzate
Molto spesso si sente parlare di voti dati dalle celebri Standard and Poor’s o Moody’s. Trattasi di un giudizio legato alla capacità della banca di ripagare il proprio debito.
Anche se molto criticato, e ritenuto non sempre affidabile, è possibile valutare attentamente questo rating (prima ancora di scegliere la banca). Maggiore sarà il rating e più l’istituto è da ritenersi solido. Una semplice “lettera” capace però di raccontare molto.
Le banche più sicure in Italia
Come notato, ci sono diversi elementi utili per valutare le banche. Tra questi abbiamo:
- Il rating;
- Gli investimenti;
- Il CET1.
Ora, sulla base di queste considerazioni, volendo semplificare, possiamo dire che gli istituti italiani più solidi e sicuri sono quelli che seguono l’andamento dei parametri sopra esposti. Tra le migliori banche abbiamo:
- Finecobank;
- Banca Mediolanum;
- BPER
- Credem
- Intesa Sanpaolo;
- UBI Banca.
Questo elenco, come si può notare è composto da alcune banche storiche a cui si affiancano anche le banche più giovani, ovvero delle banche nuove per strutture e proposta. Si tratta di istituti che riescono ad avere degli indicatori migliori rispetto agli istituti tradizionali o alle Popolari. Il loro modello di business li porta ad avere un basso livello di sofferenze e allo stesso tempo essere meno esposti agli impieghi.
Quali sono le banche sicure 2018-2019?
Di seguito analizzeremo le banche che sono considerate le migliori in Italia. Lo faremo analizzando non solo i parametri su esposti ma anche alcuni importanti portali.
Banche più sicure per Altroconsumo.it
Secondo uno studio condotto da Altroconsumo.it, è stato possibile stilare una classifica delle banche migliori e peggiori.
Questo è stato stilato analizzando un campionamento di 325 istituti bancari. Il rating è stato espresso in stelle con un valore minimo di 1 ed un valore massimo di 5. Ovviamente maggiori sono le stelle assegnate e maggiore è la sicurezza della banca.
Banche a 5 stelle
- Cassa Centrale Bcc del Nord Est Spa – 1.048,76 – 5*
- Cassa Centrale Banca Gruppo bancario – 911,20 – 5*
- Aletti e. C Banca di Investimento Mobiliare – 474,04 – 5*
- ICCREA Banca – 415,57 – 5*
- Banca Finnat – 352,38 – 5*
- FinecoBank – 256,43 – 5*
- Crédit Agricole Cariparma -243,48 – 5*
- Intesa Sanpaolo -225,57 – 5*
- UniCredit (spa) – 224,78 – 5*
Banche a 4 stelle
- BCC di Napoli – 397,42 – 4*
- Banca Leonardo Spa – 384,08 – 4*
- Bcc Basilicata credito coop. Laurenzana e comuni lucani -370,82 – 4*
- Banca Leonardo Gruppo – 356,20 – 4*
- BCC Santeramo – 350,05 – 4*
- Banca Generali (gruppo) – 199,84 – 4*
- BPER – 196,16 – 4*
- MPS (spa) – 191,63 – 4*
- Banca Generali (spa) – 188,23 – 4*
- Banca Mediolanum (gruppo) – 187,34 – 4*
- Banca Mediolanum Spa – 186,42 – 4*
- Ing Bank – 169,32 – 4*
- BPER (gruppo) – 168,65 – 4*
Classifica banche sicure secondo l’Università Bocconi
Anche l’Università Bocconi di Milano ha stilato una classifica delle banche più sicure in Italia. Lo ha fatto sui dati in suo possesso. Questa classifica è stata redatta al fine di offrire a tutti i correntisti un elenco completo di tutti i migliori istituti atti a gestire i propri risparmi.
Tra i nomi degli istituti più solidi ci sono:
- Intesa Sanpaolo, con un punteggio complessivo di 114 punti;
- UBI Banca con 111 punti;
- Credem con 101 punti;
- MPS con 85 punti;
- BPER con 85 punti;
- Credito Valtellinese con 80 punti;
- Banca Carige con 71 punti;
- UniCredit con 81 punti.

Classifica banche sicure secondo l’Università Bocconi 2019
Secondo quanto analizzato e riportato dall’immagine, possiamo dire che banca Mediolanum è stato l’istituto bancario con il maggiore indice di solidità patrimoniale. Essa però è stata esclusa dalla classifica delle top 10 banche più sicure d’Italia per il suo lavoro con i promotori. Nella lista non è neanche presente Mediobanca, in quanto offre solo soluzioni che non si rivolgono alla clientela privata.
Il punteggio indicato all’interno della classifica non è stato dato da un indice scientifico. Esso è stato più che altro considerato come un punteggio (parametro) di buon senso.
Il team di Stefano Casellli dell’Università Bocconi ha studiato tutti i bilanci delle banche e da qui è risultato che il primo trimestre 2018 ha evidenziato una maggiore solidità degli istituti.
Tra le banche tradizionali più solide sono emerse le seguenti:
- BPER: Cet1 (marzo 2018) al 14,61%;
- MPS: 14,4%;
- Creval: 14,4%;
- Mediobanca: 13,9%;
- Credem: 13,63%;
- Banco BPM: 13,48%;
- Intesa Sanpaolo: 13,3%;
- UniCredit: 13,13%;
- Banca Carige: 12,1%;
- Ubi Banca: 12%;
- Sondrio: 11,72%;
- Banco Desio: 11,65%;
- Banca Sella Holding: 11,49%.
All’interno della nostra classifica possiamo inserire alcune banche online dirette e/o altri modelli:
- Mediolanum: 21,7%;
- Banca Generali: 20,3%;
- FinecoBank: 20,15%;
- Banca Fideuram: 16,8%;
- Group: 14,3%
- Banca Farmafactoring: 12,9%;
- Banca Sistema: 11,8%;
- Banca Ifis: 11,1%.
Classifica delle banche più sicure secondo la BCE
Il nostro approfondimento continua con una valutazione del rating sulle banche italiane effettuata questa volta dalla BCE.
E’ stata la stessa banca centrale ad individuare 5 degli istituti bancari più sicuri nel nostro Paese. La stessa banca centrale ha indicato questi istituti a seguito di una classifica svolta sulla base dei seguenti criteri che sono:
- Cet1 – valore che misura il livello di sicurezza e solidità di una banca;
- Cet1 ratio – il rapporto che indica la soglia di capital guidance.
Le indicazioni date in occasione dello stress test della BCE e i dati di bilancio hanno mostrato il rispetto dei requisiti dell’Eurotower da parte delle seguenti banche:
- Intesa Sanpaolo;
- Unicredit;
- UBI Banca;
- Credem;
- BPer.
Come scegliere una banca sicura nel 2019?
Non è facile comprendere e capire se una banca è sicura o meno. Essendo che non si può comprendere come fare per scegliere una banca sicura, riportiamo di seguito alcuni consigli che potrebbero tornare utili nella scelta della banca a cui destinare i propri soldi.
Quelli riportati devono essere considerati solo come dei parametri, degli aspetti caratteristici che le banche devono possedere, ma non possono essere considerati affidabili al 100%. La scelta, ovviamente, non dipende da un unico parametro ma dall’analisi di molteplici elementi. Di seguito ne riportiamo alcuni.
Preferire le grandi dimensioni
Si tratta di un primo elemento considerato da molti come importante nella scelta della banca. Un elemento dunque da prendere in considerazione che vuole privilegiare gli Istituti più grandi a scapito di quelli di piccole dimensioni. Ma attenzione, questo non vuol dire essere al sicuro, o mettere il proprio risparmio al sicuro dal rischio di fallimento. Questo elemento potrebbe solo portare alcuni vantaggi che istituti di piccole dimensioni potrebbero non fornire.
Inoltre, essendo che le banche di grossa dimensione sono sotto la lente della BCE, grazie anche al meccanismo unico di vigilanza attraverso il quale la Banca Centrale Europea monitora l’andamento di circa 200 grandi istituti bancari europei, è possibile fare affidamento sia sulla vigilanza della BCE e sia anche sulla vigilanza di Bankitalia.
La reperibilità d’informazioni
Molto spesso è solito pensare che le banche di grandi dimensioni hanno una maggiore rilevanza a livello nazionale. Non è assolutamente vero! E’ vero invece che le loro informazioni (inerenti allo status) possono essere facilmente reperite rispetto a news riguardanti banche di piccole-medie dimensioni presenti nelle realtà locali.
Grazie proprio all’accesso delle notizie riguardanti la propria banca, il risparmiatore potrà tenere d’occhio tutto ciò che riguarda il proprio istituto di credito. Allo stesso tempo, le grandi banche, contano tra gli azionisti di maggioranza:
- Grandi fondi di investimento;
- Fondi pensione;
- Altri intermediari finanziari che vigilano sul patrimonio dell’istituto in quanto non sono intenzionati a subire perdite sui propri investimenti.
La quotazione in Borsa può essere d’aiuto?
Non sempre questo aspetto è da considerare. Certamente si tratta di un punto a favore delle grandi banche e che non è presente per le banche di piccole realtà, ma non si deve considerare come ottimo motivo, scegliere una banca solo perché è quotata in borsa.
E’ sì un vantaggio, ma non è determinante! Poter monitorare l’andamento del titolo azionario è considerato solo come un elemento aggiuntivo per il risparmiatore. L’andamento del titolo azionario, se confrontato con l’andamento di settore, potrà solo fornire indicazioni sulla situazione economica della banca; informazioni sicuramente utili ma non incisive. Il mercato azionario tende a prezzare o deprezzare un titolo in base alla situazione finanziaria dell’emittente.
La quotazione in Borsa fa in modo che vi sia un altro controllo sulla propria banca, ossia quello della Consob.
Analisi di bilancio e CET1 ratio
Questa è invece da considerare come una scelta azzeccata! Valutare la salute economica della propria banca, attraverso l’analisi di bilancio o dei report finanziari trimestrali / semestrali, in uscita periodica durante l’anno, è importantissimo.
Se non si è pratici di questo, è possibile analizzare un parametro molto utile alla valutazione della salute finanziaria della propria banca: il Common Equity Tier 1. Si tratta di un parametro che esprime la solidità della banca e che viene calcolato attraverso il rapporto tra il Cet 1 (composto dal capitale ordinario) e le attività ponderate per il rischio.
Fattori di minaccia per la sicurezza di una banca
Le banche italiane subiscono tutti i giorni delle minacce legate alla loro sicurezza. Un ottimo strumento per capire se una banca è sicura oppure no è analizzare alcuni parametri importanti come quelli da noi in seguito riportati.
Obbligazioni e azioni
Si devono ricercare delle solide informazioni prima di investire. Questo vuol dire informarsi di quanti risparmiatori hanno sottoscritto obbligazioni o azioni proposte dalla banca. Questo serve a comprendere se si tratta di investimenti sicuri o meno. Per far questo basta controllare i ratio patrimoniali della propria banca (Cet1 ratio e Total capital ratio) che indicano la solidità patrimoniale dell’istituto.
Questi dati sono contenuti nelle relazioni trimestrali e semestrali che possono essere reperiti direttamente dal sito ufficiale della banca. Maggiore sarà il ratio più essa è solida e di conseguenza più i risparmi sono al sicuro (almeno in teoria).
Si deve però fare attenzione a questi indicatori, in quanto non c’è sempre da fidarsi e non lo si deve fare ciecamente perché:
- Fanno riferimento sempre a situazioni del passato e come tale indicano la situazione in cui la banca versava e non la situazione attuale ovvero quella in cui oggi la banca versa.
- Si tratta di dati facilmente manipolabili, come è dimostrato anche dai dati pubblicati da Veneto Banca e Popolare di Vicenza costrette dalla BCE a svalutazioni miliardarie.
Accantonamenti su crediti deteriorati
Prima di scegliere la banca ci si deve anche soffermare sul grado di copertura della banca stessa, considerato come un fattore molto importante al fine di capire se i risparmi sono al sicuro o meno.
In questo caso è importantissimo che la vigilanza svolga il suo ruolo, in quanto è solo grazie ad essa che è possibile capire qual è il grado di sofferenza dei crediti, la loro copertura e soprattutto la loro corretta valutazione. In generale la regola vuole che più gli accantonamenti sono bassi e più è elevato il rischio dal punto di vista economico-patrimoniale.
Le aggregazioni
Oggi vi è la tendenza di aggregare le banche. Questo perché il sistema è estremamente frazionato e debole. Il consolidamento del settore è uno tra gli obiettivi più importanti da raggiungere per ridare sicurezza e fiducia.
Per gli azionisti si tratta di una tendenza che potrebbe portare a dei vantaggi, ad una valorizzare del capitale che offra loro la possibilità di vendere azioni o esercitare il diritto di recesso.
Per gli obbligazionisti non cambia molto, soprattutto per chi possiede titoli a media-lunga scadenza (3-4 anni). Cambia invece per i soggetti che detengono obbligazioni a breve scadenza in quanto aumentano le possibilità di rivedere i propri soldi. Una banca più grande non è sinonimo di sicurezza! Una banca grande ha la possibilità di nascondere manovre o operazioni non proprio legittime.
Risparmi in titoli di stato e buoni postali
Infine, si devono tener presente i titoli di Stato e i buoni fruttiferi postali che potrebbero garantire un più elevato tasso di sicurezza per i propri risparmi. Non sempre però le banche propongono questi investimenti. Si tratta di titoli che non assicurano rendite alte; sono consigliabili rispetto ai titoli ad alto rischio che invece fanno evaporare completamente tutti i risparmi.
Ecco dunque un consiglio che gli esperti investitori vogliono lasciarvi:
Evitate di mettere a repentaglio i vostri soldi! Meglio evitare di investire su titoli di cui si capisce poco o nulla! Meglio evitare i titoli di cui non si conosce bene il funzionamento e il rischio.
Puoi leggere e confrontare l’approfondimento con le seguenti guide:
- Allarme Moody’s: 12 banche italiane rischiano il downgrade
- Banche italiane con profitti nei paradisi fiscali. Lista completa
- Banche italiane: quali sono i problemi ed i rischi reali?
- Banche a rischio 2017 e banche sicure 2017 in Italia
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