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Voluntary disclosure 2017: disastro totale e buco da 3,5 miliardi nella Legge di Bilancio 2018 - BlogFinanza.com

Voluntary disclosure 2017: disastro totale e buco da 3,5 miliardi nella Legge di Bilancio 2018

Sono da schifo le adesioni alla Voluntary disclosure 2017.

Solo 6.500 adesioni rispetto alle previsioni. Erano previste 27 mila domande, almeno secondo i dati forniti dal Governo.

Un buco dunque da 3,5 miliardi che andrà a finire nella legge di Bilancio 2018.

La legge di bilancio 2018 non potrà dunque partirà se non già ipotecata.

volontaty disclosure

Volontaty disclosure

Voluntary disclosure 2017

Si presenta come un vero e proprio flop.

Sono solo 6.500 le domande presentate a scadenza ormai prossima, prevista per il prossimo 31 luglio.

Anche se il Governo aveva stimato 27 mila le domande di adesione, la nuova procedura parte già con un buco nero da miliardi di euro. Dunque solo 1,6 miliardi di euro di entrate.

Ecco dunque uno strepitoso buco nero da 3,5 miliardi di euro.

Un saldo negativo per il quale bisognerà trovare una soluzione già con la prossima Legge di Bilancio 2018: non soltanto a causa delle minori entrate da voluntary disclosure bis.

Leggi anche: Voluntary disclosure 2017: cos’è e a cosa serve?

Ancora una volta Renzi ha fallito nelle sue previsioni e il nuovo governo che è successo, non potrà far altro che constatare il fallimento, prenderne atto e inserire il piano di risanamento nella prossima legge di Bilancio.

Un biglietto da visita strappato in partenza per la sinistra che si avvia alle elezioni politiche del 2018 con un punto a sfavore.

Al centro del problema il cumulo gratuito dei contributi per gli iscritti a diverse gestioni previdenziali.

Questo, potrebbe anche costare alle casse dello stato quasi 2 miliardi di euro e che il Governo non aveva preventivato nella scorsa Legge di Bilancio.

Anche Pensioni e fisco sono le 2 noti dolenti con le quali il Governo e il Ministro Padoan dovranno fare i conti per il 2018.

Dunque una legge di bilancio che già da adesso si preannuncia molto tortuosa e che vede parecchie difficoltà.

Ad alimentar il problema vi è poi la questione del rinnovo del contratto per i dipendenti pubblici.

In questo caso si parla di ulteriori risorse necessarie al fine di garantire gli 85 euro di aumento per ciascun dipendente statale.

MA procediamo con ordine e cerchiamo di capire quello che sta per succedere.

Voluntary disclosure 2017 flop: buco da 3,5 miliardi nella Legge di Bilancio 2018

Per la Voluntary disclosure sono solo 6.500 domande arrivate a fronte di 27 mila attese dal Governo Renzi.

Oggi, il governo attuale preannuncia che i miliardi in meno di entrate a seguito della Voluntary disclosure  sono 1 miliardo in meno.

Questo lo si deve al flop della voluntary bis.

Al fine di cercare di appianare il divario che andrebbe ad incidere negativamente nella prossima Legge di Bilancio 2018 il Governo potrebbe mettere in atto la clausola di salvaguardia inserita nella Manovra.

Estendere la rottamazione delle liti fiscali era l’intento del governo al fine di recuperare almeno una parte delle minori entrate rispetto a quelle previste.

Si è cercato di ripetere quanto fatto con la rottamazione delle cartelle Equitalia ma il successo non si è concluso e al contrario si è registrato un autentico fallimento.

Si potrebbe dunque pensare ancora una volta ad una procedura di emersione spontanea dell’evaso. In questo caso si potrebbe puntare ancora: una voluntary in Legge di Bilancio 2018 incentrata esclusivamente sul contante detenuto in Italia e non dichiarato.

In questo caso si parlerebbe di somme per un totale di 100 miliardi di euro tra contanti e depositi contenuti nelle cassette di sicurezza di privati.

A rendere ancor più grave il peso del flop della voluntary disclosure 2017 sono le misure introdotte con la Legge di Bilancio 2017 secondo cui si rende necessari ulteriori stanziamenti, come:

  • il rinnovo del contratto per i dipendenti pubblici;
  • il cumulo gratuito dei contributi delle casse professionali;
  • l’Ape social, con oltre 66 mila domande presentate e la necessità per altro già preannunciata dalla Ragioneria Generale dello Stato di fondi in più rispetto a quelli preventivati.

Voluntary disclosure 2017, il flop costa 1 miliardo di euro. Pensioni e statali in bilico

Al fine di appianare il divario tra entrate ipotizzate e entrate reali le quali anche se calcolate, sono notevolmente inferiori rispetto a quelle previste per le 27 mila domande attese dal Governo.

In questo caso, il Governo potrebbe estendere con la Legge di Bilancio 2018 e di conseguenza la rottamazione delle liti fiscali.

Purtroppo già nella relazione dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio che ha predisposto la messa a punto della Legge di Bilancio 2017 si leggeva il probabile rischio di una “possibile sovrastima delle maggiori entrate attese dalla riapertura dei termini della voluntary disclosure, alla luce del possibile sostanziale esaurimento della platea degli interessati dopo la precedente edizione della procedura di collaborazione volontaria.

Ecco dunque che la previsione di una clausola di salvaguardia a valere sulle spese dei ministeri riduce tuttavia i rischi per i conti pubblici.

Attenzione dunque al fatto che se da un lato si registra un flop di adesioni rispetto alle aspettative, da un’altro lato si registra una situazione opposta dove, si prevedono ben 66 mila le domande tra Ape Social e pensione anticipata per i precoci presentate all’Inps.

Le attese in questo caso, erano molto più inferiori; si aspettavano al massimo 60 mila domande. Anche in questo caso, il buco nero non previsto dallo Stato è stimato in 6000 domande. Si devono trovare i fondi dunque.

Questi costi in più non erano previsti, considerando che sul fronte pensioni, si affiancano a quelli necessari per la messa a punto delle misure per il cumulo gratuito per i professionisti.

Quindi la Legge di Bilancio 2018 parte, in sostanza, già ipotecata. Un deficit di circa 3.5 miliardi a cui lo stato Italiano deve trovare i fondi.

Li deve per altro trovare anche in fretta considerando che deve essere inserita nella legge di bilancio 2018.

Il rischio maggiore è quello di sterilizzare le clausole di salvaguardia, con un possibile aumento dell’Iva al fine di far fronte a queste entrate mancate.

Leggi anche: Legge di bilancio 2017: Ok del senato! La manovra è legge!

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Sull'autore

Tommaso Piccinni

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