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Novità delle banche USA

Novità delle banche USA

Dopo l’uscita di una serie profili trimestrali, presentati da alcune banche degli Stati Uniti , alcuni analisti hanno cominciato a domandarsi cosa sia successo, visto che le banche appaiono di nuovo livellate tra loro. E allo stesso modo si ricordano che sembra solo ieri cheerano tutti preoccupati per il sistema bancario statunitense, poichè tutti gli istituti di credito erano insolventi.

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Quello che sembra sia davvero successo è che la Fed le ha appoggiate, coccolate, protette regalando loro “liquidi” in abbondanza come se fosse manna dal cielo. In molti analisti avevano commentato a suo tempo che continuare a stampare grandi quantitativi di denaro non sarebbe risultata una buona pratica per gli Stati Uniti.

Adesso gli analisti economici sostengono che questo comportamento tenuto dalla Fed risulti distruttivo e che non fa altro che servire i suoi padroni banchieri, che si spendono perprestare denaro a mille governi insolventi (compreso quello degli USA) e quasi tralasciando di essere da questi rimborsati, lasciando ricadere sucessivamente il peso di questi debiti collettivi sulla responsabilità di tutti i suoi cittadini.

Questo sistema viene ritenuto intossicare il mercato. Non ci sono catene fisiche, ma ci sono catene che economiche. Come prova, questi analisti portano la Grecia e quello che definiscono uno pseudo-salvataggio.

Poi sarcasticamente aggiungono che grazie a Dio tutte le grandi banche in America sono tutti molto più grandi di quanto non fossero qualche anno fa, prima della crisi finanziaria, che le ha portate in ginocchio, per il loro proprio fare, naturalmente. Qualche analista si spinge a sostenere che dietro a tutte questa manovre ci sia un piano oscuro, che viene messo in pratica da moltissimo tempo. Questo piano risalirebe almeno dall’inizio del ventesimo secolo, quando il Congresso ha ideato il sistema della Federal Reserve per eliminare la concorrenza e fare in modo che i contribuenti americani diventassero i prestatori di ultima istanza per i grandi banchieri.

Sembrerebbe che ci sia voluto un po’, 100 anni, in effetti, ma adesso il piano starebbe lavorando a pieno regime. Questo filone ipotizza che il primo segno del piano sia stato negli anni 1980 e ’90, quando i risparmi ed i prestiti entrarono in guai seri per avidità. All’epoca non furono coperti dalla Federal Reserve System. Così furono chiusi  da addetti del governo, per essere successivamente venduti alle grandi banche che ne fecero profitti.

Le banche sono comunque fuori dai problemi. Dopo essere state sistematicamente minate e sottocapitalizzate a causa della loro incapacità di competere con tutte le altre banche, le grandi banche, ovviamente troppo grandi per fallire, rappresentano quindi un buon partner con cui fare affari ed un luogo sicuro per mettere i soldi. Nel corso degli ultimi 20 anni, il numero di banche con un patrimonio di meno di 1 miliardo di dollari, è stato abbattuto della metà, negli USA.

Nel frattempo, negli ultimi quattro anni, le grandi banche sono cresciute in modo esponenziale. Adesso detengono più del 50% di tutte le attività bancarie negli Stati Uniti. Ci sono poche centinaia di banche “regionali”, ma non sono parte del problema: sono parte del piano. Saranno acquistati dalle grandi banche alla fine. Così tanto più grande saranno le banche che compreranno, tanto meglio sarà per le grandi, che divoreranno tutto nella corsa finale al megabankdom.

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Sull'autore

Luca M.

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